EVENTI E MANIFESTAZIONI ORGANIZZATE    IN OCCASIONE DELLA SANTA PASQUA NEI    COMUNI DELLA PROVINCIA DI PALERMO   

      
 
 

 

L’immenso patrimonio di cultura e tradizioni della provincia di Palermo si fa più vivo in occasione dei festeggiamenti per la S. Pasqua e delle celebrazioni ritualistico teatrali dei giorni che la precedono.

Proseguendo nel percorso già intrapreso di promozione del nostro territorio, questa Amministrazione ha il piacere di dare maggiore visibilità alle suggestive manifestazioni che si tengono in occasione della Settimana Santa.

Celebrazioni religiose, processioni itineranti e manifestazioni di gaudio e di gioia per la Resurrezione rimandano ad un immaginario che rende testimonianza delle profonde radici della cultura panormita.

Le città della provincia di Palermo si trasformano in teatri magici che incorniciano rituali dal sapore antico, che sanno toccare il cuore di tutti, dove gli spettatori si fanno attori, per un’esperienza unica che saprà dare un tocco di originalità alla vostra vacanza.

Di seguito vi presentiamo una carrellata dei più importanti eventi in occasione della Santa Pasqua nei comuni della Provincia.

Alimena

Da Domenica delle Palme a Mercoledì alle ore 17.00 Esercizi Spirituali e S. Messa nella Chiesa Madre con la partecipazione delle Confraternite, che a turno ed al ritmo di un tamburo, partendo dalla propria Confraternita, si recano in Chiesa intonando lungo la via i tradizionali “Lamenti”.

GIOVEDI’

ORE 20.00 

Funzione e S. Messa con la suggestiva “ Lavanda dei Piedi” a cui partecipano dei Confrati, appartenenti alle diverse Confraternite, a simboleggiare i dodici Apostoli durante “l’Ultima Cena”

ORE 22.00  

Tradizionale fiaccolata in Processione durante la quale i Confrati delle varie Confraternite rievocano la passione di Gesù con i “Lamenti”. Il corteo, preceduto da fedeli, disposti in fila con le fiaccole accese, accompagna in Processione i piccoli simulacri della “Sacra Urnia”, della “Madonna Addolorata” e di “Maria Maddalena” che secondo una antica tradizione dalla Chiesa M. SS. del Carmelo procede per le vie cittadine e dopo esser confluito alla Chiesa del SS. Calvario fa ritorno alla Chiesa M. SS. del Carmelo

VENERDI’

ORE 8.00   

“Visita ai Sepolcri” dei Confrati che singolarmente sfilano per  le vie  del Paese per recarsi nelle Chiese ove sono allestiti  i “Sepolcri” adornati di fiori e ceroni, per giunger infine presso la scalinata della Chiesa del SS. Calvario per recitare, gradino dopo gradino, “La preghiera della Passione” 

ORE 9.00     

Visita dei fedeli ai  “Sepolcri”

ORE 12.00  

Funzione e Adorazione della “Santa Croce” in Chiesa

ORE 15.00  

“La crocifissione” del S. Simulacro di Gesù presso la Chiesa del SS. Calvario.

ORE 15.30    

Recita del “Credo” cristiano dai  Confrati e dai fedeli sulla gradinata che conduce alla Chiesa del SS. Calvario, un “Credo” per ognuno dei trentatrè gradini, tanti quanti sono gli anni di Gesù  

ORE 18.00   

Deposizione di “Gesù dalla Croce”

ORE 19.00   

Inizio della solenne Processione durante la quale i Simulacri della “Sacra Urnia”, della “Madonna Addolorata” e di “Maria Maddalena”, vengono portati sulle  spalle dai fedeli, preceduti dai Confrati che in ordine, nella loro veste tradizionale (denominata Cappa) e con le proprie insegne, intonano i “Lamenti. Il corteo, a cui partecipano numerosissimi fedeli e le Autorità  locali, civili e religiose, dalla Chiesa del SS. Calvario procede lungo le vie principali del Paese accompagnato dalla Banda Musicale che per l’occasione esegue commoventi marce funebri.  La processione sosta poi davanti la Chiesa Madre dove il Parroco, all’aperto, recita l’Omelia e impartisce la “Benedizione”.

Dopo l’Omelia i fedeli accompagnano in processione i Simulacri alla Chiesa del SS. Calvario dove hanno la loro sede stabile.

SABATO

ORE 23.00

Funzione sacra in Chiesa che rievoca lo straordinario evento della “Resurrezione di Gesù” da morto.

 

 

Balestrate

 

L’edizione del 2009 sarà la 43° edizione della Via Crucis, tradizione storica per la cittadina balestratese. L’Associazione Culturale e Ricreativa Sac F Evola organizza la manifestazione fin dalla sua nascita, nel 1981 e riesce a portare a Balestrate oltre 10.000 turisti per le strade di Balestrate nei giorni della manifestazione, grande affluenza in particolar modo dalla Germania e dalla Francia.

E’ un viaggio attraverso i momenti fondamentali che hanno segnato la vita di Gesù di Nazaret.Un racconto delle ultime ore di Cristo con i protagonisti della Settimana Santa, attraverso i vangeli e la storia, e come l'hanno ricostruita, lungo i secoli l'arte, la letteratura e la musica.

La manifestazione,organizzata dall’ASSOCIAZIONE  CULTURALE RICREATIVA SACERDOTE F. EVOLA avrà luogo a Balestrate nei giorni 5-12 aprile, è ormai da molti anni, tra gli appuntamenti più importanti del paese ed è entrato a far parte del patrimonio culturale balestratese.

Lo spettacolo si dividerà in 3 giornate:

Domenica 5 aprile verrà messo in scena l’arrivo di Gesù a Gerusalemme:partendo dalla chiesetta di S. Pietro, Gesù sarà seguito da una folla di uomini con costumi tipici di quel tempo. Il corteo procederà per tutta la via Roma fino a giungere all’ interno della Chiesa Madre dove avranno inizio le celebrazioni della domenica delle palme.

Venerdì 10 aprile (Piazza R. Evola) la rappresentazione si aprirà con un racconto della Madonna sulla vita di Gesù prima per poi snodarsi lungo altre scene “chiave” delle ultime dodici ore della vita di Cristo: l’incontro con la Maddalena, l’ultima cena, il tradimento di Giuda, il processo nel Sinedrio e quindi davanti a Ponzio Pilato, il ruolo di Maria, il diavolo tentatore,la flagellazione. A questo punto i personaggi si sposteranno in via Roma,dove avrà luogo la vera e propria Via Crucis: il corteo salirà lungo la strada fino a giungere al Calvario, per la Crocifissione e deposizione del Cristo per poi riscendere in processione  con il Cristo morto verso la piazza.

Sabato 11 aprile verrà messa in scena la Via Lucis, resurrezione di Nostro Signore.

L’ormai trentennale tradizione della rappresentazione degli eventi che hanno preceduto la Pasqua è stata arricchita, negli ultimi 5 anni, dai momenti che vanno dalla resurrezione di Gesù all’incontro con i Suoi, nella convinzione che solo così si può avere una chiara visione del mistero pasquale. La stesura del copione, curata da un gruppo di giovani del Paese, è frutto di un lavoro di studio deBi testi Sacri e di testi letterari, riguardanti l’argomento, di grandi autori quali , Bernanos, Claudel, Fabbri Mauriac, Peguy, Ravasi, Rebora, Turoldo. 

Domenica 5 aprile 10:30

Ingresso a Gerusalemme

Piazzetta-Via Roma- Piazza R.F. Evola

Venerdì 10 aprile 21:30

Via Crucis

Piazza R.F.Evola- Via Roma

Sabato 11 aprile 22:30

Via Lucis

Piazza R.F.Evola

 

 

Belmonte Mezzagno

 

Particolarmente suggestiva la celebrazione della Settimana Santa, ricca di funzioni religiose che ricordano la passione di Cristo. La Domenica delle Palme, su un asinello, il Parroco sfila in processione per le vie del centro abitato: Durante la settimana in Chiesa, vengono realizzati i cosiddetti “Sepolcri” (germogli che vengono donati dai vari fedeli ) . Il Giovedì Santo il Sacerdote , durante la funzione “Messa in caena domini”, lava i piedi a 12 fedeli, mentre il venerdì viene esposta la bara con il Cristo morto, la quale viene vegliata da alcuni confratelli del SS. Crocifisso, incappucciati. La sera si svolge la tradizionale processione del Venerdì Santo , per le vie del paese con la bara di Gesù morto e l'Addolorata. Sono invitate tutte le congregazioni e i bambini accompagnano la bara raffigurando i santi con i loro costumi. La Domenica di Pasqua, riveste particolare importanza: “L'Incontro” durante il quale Gesù risorto e la Madonna vengono fatti abbracciare dopo una breve corsa.

  

 

 

Caccamo

 

La Sicilia non è solo mare, ma presenta un bellissimo entroterra collinare dove è possibile scoprire, lontani dallo stress quotidiano, deliziosi centri medievali quali Caccamo.

La loro visita rappresenta un modo intelligente per trascorrere una giornata tranquilla.

E' quanto si propone l'Associazione Culturale “SICILIA & DINTORNI” che cerca di non trascurare nessun aspetto per rendere il soggiorno interessante dal punto di vista culturale ma allo stesso tempo piacevole, divertente e perfettamente organizzato.

Domenica 5 Aprile 2009 è pertanto possibile trascorrere un'intera giornata a Caccamo con un'escursione indimenticabile ed un'esperienza dal sapore intellettuale.

All'arrivo (9 – 9,30) sarà offerta una focaccia calda da forno a legna appena sfornata e un buon bicchiere di vino e poi si assisterà fino alle 12,00 alla più antica manifestazione tradizionale di Caccamo “U SIGNURUZZU A CAVADDU“ che per celebrare la Domenica delle palme, rievoca l'ingresso di Gesù a Gerusalemme: una sfilata con un chierichetto che a dorso d'asino benedice gli astanti.

Ci viene così offerto lo spunto per il week-end di primavera che coniuga folklore, beni monumentali, campagna e Medioevo.

Organizzata dalla Parrocchia di San Giorgio Martire - questa manifestazione prettamente religiosa - annunzia la venuta di Cristo in terra.

Quel che distingue l'evento è l'età dei protagonisti : sia Gesù che i dodici apostoli sono impersonati da ragazzi che reggono in mano lunghi rami di palme che lungo il percorso si intrecciano formando degli archi creando talvolta anche un tunnel all'interno del quale transita il festeggiato.

Così come giovanissimi sono coloro che precedono l'incedere dell'asinello bardato e infiorato agitando ramoscelli d'ulivo e palme intrecciate.

L'intero corteo – sempre più folto – accompagnato dalla banda, percorre tutto il centro storico fermandosi in 5 Chiese al suono diverso di tante campane (solo per curiosa esattezza diciamo che, all'inizio del '900, Caccamo aveva : 46 Chiese e ben 77 campane).

La sfilata si conclude sul piazzale antistante la Chiesa Madre dove l'arciprete accoglie solennemente la folla e Gesù-chierichetto, successivamente durante la celebrazione della Messa  vengono benedette le palme.

Chi si interessa di arte ed architettura sacra troverà tantissimo all'interno del Duomo di origine normanna che custodisce straordinari tesori.

Dopo la pausa pranzo, accompagnati dalle guide di Sicilia & Dintorni è d'obbligo una visita al Castello, uno dei più importanti monumenti siciliani.

La visita comprende terrazze, teatro, scuderie, salone della congiura, stanze e stanzette (130 in totale non tutte agibili e visitabili) con una struttura decisamente mossa e scenografica per via di aggiunte e trasformazioni che si sono susseguite nei secoli.

Prima della partenza è previsto un “dolce buon viaggio” con una piccola degustazione di pane da cena; crema di pistacchi o limoni o mandorle o castagne; confettura di fichidindia; cioccolato di Modica ed un sorso di Marsala.

L'Associazione porgerà l'arrivederci presso la Casa-Museo della civiltà contadina dove è esposta la riproduzione del riquadro centrale del settecentesco pavimento maiolicato di San Benedetto alla Badìa, nonché presso la propria sede legale per ammirare l'esposizione fotografica dei Castelli più belli di Sicilia.

Info e Prenotazioni: 091.8121312 + 091.8149744 + 339.3721811

e-mail: infocaccamo@libero.it - giovanni.aglialoro@alice.it

siti: www.caccamoetuttauncastello.it - www.siciliaedintorni.it

  

 

 

Carini

 

In occasione delle festività Pasquali, la Città di Carini diventerà spazio scenico di una importante iniziativa a partecipazione popolare sul tema della Via Crucis che sarà rappresentata per le vie del Centro storico Domenica 5 Aprile 2009

Si tratta di una testimonianza di teatro urbano di particolare suggestione drammatica che utilizzerà, come soste di rispetto, slarghi e piazze in una ambientazione scenografica di notevole fascino commemorativo. Le diverse sequenze della Passione di Cristo determineranno una concentrazione devozionale molto forte che avrà la sua massima espressione nel momento della crocifissione, rappresentata con l’apparizione del prezioso crocifisso ligneo nel Duomo di Carini.

Cenni storici:

Nei primi anni del 700, grazie all’opera di San Leonardo Da Porto Maurizio (1751), frate minore e instancabile missionario, si diffuse la pratica della celebrazione della Via Crucis.

La Via Crucis è stata per secoli una forma di devozione molto radicata nel popolo cristiano e continua a esserlo ancora oggi. Il 4 febbraio del 1712, a Carini, presso il convento dei Frati Francescani Minori Osservanti, annesso alla chiesa dedicata a San Lorenzo, nasce la congregazione della Via Crucis, detta dei “33” in riferimento agli anni di Gesù Cristo. I confratelli della nuova congregazione, assieme ai Francescani, danno inizio alla pratica della Via Crucis e, nel lontano 1733, fanno una processione per le strade del paese, il pomeriggio del Venerdì Santo, che verrà ripetuta tutti gli anni fino al 1913. non si hanno notizie certe sui motivi dell’interruzione, ma la congregazione ne continua la pratica all’interno dei propri locali. Dell’evento esistono svariate testimonianze sia nelle “carte” della stessa congregazione che nella tradizione storica del paese, basti pensare all’opera di Luigi Sarmento, Passione e Morte di Gesù Cristo (Maggio 1745-1751) ed alle numerose cappelle presenti, ed alcune ancora visibili oggi, nelle vie professionali del centro storico di Carini. Nel 1986, alcuni giovani della stessa congregazione, pieni di entusiasmo, decidono di riprendere la sacra rappresentazione della Via Crucis, dal Cenacolo al Calvario, attenendosi ai fatti scrupolosamente riportati nei Santi Vangeli. Grazie alla collaborazione di tutte le parrocchie si è riusciti nell’impresa e la manifestazione, tranne qualche eccezione, si è ripetuta annualmente nella giornata della Domenica delle Palme. A differenza di altre manifestazioni analoghe, la Via Crucis di Carini non è una sterile rappresentazione evocativa, ma un momento particolare di preghiera e di riflessione in cui si coinvolge un popolo intero che da semplice spettatore assurge al ruolo di protagonista dell’evento.

 

PASQUA A CARINI

5 – 10 Aprile 2009

Domenica 5

ore 10.00 Piazza Duomo Processione e

Benedizione delle Palme

ore 18,00 Centro Storico Rappresentazione

della Via Crucis a cura della Congregazione del 33

Giovedì 9

ore 21.00-23.00 Visita ai Santi Sepolcri nelle Chiese

Venerdì 10 ore 9.00

Chiese aperte per la visita ai Santi Sepolcri

ore 20.30 Centro Storico Processione del Simulacro

del Cristo Morto e dell’Addolorata.

 

 

 

 

 

 

 

Castelbuono

 

Sebbene siano solennizzati tutti i venerdì di Quaresima con la Via Crucis e l’esposizione del Santissimo nella chiesa di Sant’Antonino martire, è a partire dalla Domenica delle Palme che Castelbuono entra ufficialmente nei riti Pasquali.

La mattina di questa festività (detta in dialetto Rama d’Alivu) frotte di bambini e anche di adulti accorrono nelle parrocchie per la benedizione di palme intrecciate, rametti di ulivo e rosmarino in caratteristici mazzetti.

Particolare è in questa occasione l’addobbo della cancellata del Monastero di Santa Maria degli

Angeli.

La distribuzione di rametti d’ulivo benedetti prosegue per l’intera giornata ma nel pomeriggio, l’attenzione si sposta alla Matrice Nuova.

Qui, la congregazione del Santissimo Sacramento, apre solennemente le Quarant’ore di Adorazione

Eucaristica in una chiesa adornata dei migliori ammanti e ricca di fiori.

Si  alterneranno  in  adorazione  tutte  le  confraternite  maschili  e  femminili,  le  istituzioni,  le associazioni e le scuole. Particolarmente attese sono le ore di chiusura delle congregazioni della Madonna del Rosario (Domenica) e dell’Amministrazione comunale (martedì) accompagnati dalla banda musicale.

Dopo tre giorni di festa, il mercoledì Santo il clima muta improvvisamente. Un tempo questo stacco era segnato dall’ufficio delle tenebre oggi caduto in disuso. il Giovedì Santo, la congregazione del Santissimo Sacramento, festeggia il suo Patrono nelle due matrici assistendo alla Messa in Coena Domini e allestendo gli altari delle primizie coronati di arance, verdure e pani votivi (cucciddata). Sarà la stessa confraternita a scortare processionalmente il Santissimo Velato prima della reposizione nell’apposito altare. La processione che alla Matrice Nuova è interna, assume carattere esterno alla Matrice vecchia ed è accompagnato dall’inconfondibile suono della “troccola”. Alla fine della celebrazione, è uso distribuire, ad opera dei confratelli, dei cucciddati ai presenti. Dispersa la folla, iniziano nelle varie chiese le veglie di adorazione notturna davanti ai così detti Sepurcri (altari della reposizione) ampiamente decorati.

Il venerdì santo si apre con la “furriata di sepurcra”. Questa tradizione vuole che, partendo dalla chiesa della Santa Croce, si reciti il rosario passando per 15 chiese del paese e ad ogni sosta è recitata una stazione della via Crucis in siciliano (Vasagra). Particolare attenzione è riservata alle chiese “con” altare della Reposizione e alle immagini del Cristo Morto e dell’Addolorata.

Subito dopo la funzione liturgica delle tre del pomeriggio, parte la processione.

Esistendo due statue dell’Addolorata, appartenenti a due confraternite femminili diverse, escono in processione ad anni alterni. Gli anni dispari vedono la presenza della Madonna del Popolo o dei mastri(con uscita dalla Matrice Vecchia), gli anni pari la Madonna dei civili (con uscita dalla chiesa della Badia)La processione vuole rappresentare la ricerca del figlio ad opera della Madonna, ricerca che avrà fine solo al rientro con la così detta “paci”. Il fercolo del Cristo Morto (detto Gesuzzu ‘nta naca per il particolare ondeggiare della bara) precede in processione quello della Madre Addolorata e come quest’ultimo è portato a spalla dai confratelli.

La processione è rigorosamente “a lutto” e troneggia il nero perfino sul tamburo che apre il corteo. Durante il tragitto processionale si effettuano almeno sette fermate, in ricordo dei sette dolori, durante le quali un coro intona lo Stabat Mater in latino commuovendo la folla.

Momento significativo è l’entrata delle vare alla chiesa della Santissima Trinità per un momento di preghiera coronato dal canto.

Alcuni  anni  escono  in  processione  anche  i così  detti  misteri  ossia  dei  quadri  e  delle piccole raffigurazioni inneggianti alla Passione di Cristo.

Conclusosi questo momento di mestizia, il clima di preghiera si conserverà fino al Sabato Notte quando, con modalità differenti, faranno capolino sugli altari le statue del Cristo Risorto.

 

 

Castronovo di Sicilia

 

Le celebrazioni annuali dei riti della Settimana Santa rappresentano per questo centro uno dei momenti più significativi della fede e della tradizione popolare ed assumono una notevole rilevanza nella vita religiosa dei castronovesi che da sempre vi partecipano massicciamente.

I riti della Passione, Morte e Risurrezione del Cristo vengono introdotti dalla suggestiva Processione delle Palme, commemorazione dell’entrata di Gesù, a dorso d’asina, a Gerusalemme La processione, molto partecipata, inizia alle ore 10,00 sul sagrato della Chiesa Madre. Vi sono numerosissimi bambini e ragazzi con palme e rami di ulivo, molti anche gli adulti che una volta venivano recando alberi frondosi, maestosi ed abbelliti on carta colorata, campanelli e vari oggetti decorativi. Arriva il sacerdote ( solitamente l’Arciprete) vestito dei paramenti rossi e seguito, oltre che dai chierici, da dodici uomini, vestiti da Apostoli con simboli che li distinguono uno dall’altro.

S. Pietro porta la chiave, Giuda con una borsetta ed i trenta denari ( simbolo del tradimento).

Dopo la benedizione delle palme inizia la processione che percorrerà tutto il paese. Vanno avanti i bambini con le palme; seguono i chierichetti, segue poi il bambino vestito di bianco con addosso una pelle di agnello tenendo nella mano destra una Croce e nella sinistra la corda che tiene un agnellino vivo. Tutto ciò rappresenta il Battista ed il Cristo Agnello innocente condotto al macello, ma soprattutto è il simbolo della collegiata della Chiesa Madre che anticamente presiedeva alla celebrazione della Settimana Santa. Seguono quindi gli Apostoli in doppia fina e conclude il sacerdote a dorsi di asina. Dietro il sacerdote segue la banda musicale e la folla degli adulti che con gioia e devozione accompagnano il Cristo nel suo ingresso nella Città Santa. Arrivando alla Matrice il sacerdote scende dall’asina e bussa al portone principale d’ingresso che viene aperto consentendo così l’ingresso del sacerdote, degli Apostoli e di tutta la popolazione  a ricordo del Salmo: “ Alzatevi porte antiche e d entri il Re della gloria. Sollevate o porte i vostri frontali ed entri il Re della gloria”. Con la celebrazione della Messa si conclude il sacro rito.

Mercoledì Santo. Quella del mercoledì Santo non è una processione devozionale, bensì una processione di servizio. Infatti, coperto con un lenzuolo su una lettiga si porta in corteo, alle ore 20,00, dalla Matrice al Calvario il “ Cristo Morto”, per preparare le celebrazioni del Venerdì Santo. E’ una processione silenziosissima, alla quale partecipa tutto il paese, si sente solo lo scalpitio dei passi. Arrivati al Calvario il sacerdote pronuncia un’omelia sul tradimento di Giuda, una preghiera e la benedizione finale.

Giovedì Santo- alle ore 18,00 presso la Chiesa Madre la celebrazione dell’ultima cena, la “ Missa in Coena Domini”. Durante la messa il celebrante lava i piedi ai dodici uomini che per le Palme hanno impersonato gli Apostoli di Cristo.

Si fa poi la visita alle Chiese per l’adorazione eucaristica.

Venerdì Santo- Oltre all’azione liturgica prevista e voluta dalla riforma conciliare, si fa al Calvario la Commemorazione della Crocifissione, Morte, Deposizione dalla Croce e Sepoltura di Gesù. Tutto ciò con cadenze orarie e Processioni ben precise.

Si inizia alle ore 14,00 con la processione dalla Matrice al Calvario. Si portano le due statue di San Giovanni Apostolo e della Madonna Addolorata  al suono dei tamburi e della banda musicale. Seguono i chierici che portano i chiodi ed il  lenzuolo per crocifiggere il Signore, quindi il predicatore seguito dai fedeli. Arrivati al Calvario si salgono in cima le due statue e quindi si procede con alla Crocifissione di Gesù.La seconda processione  per il Calvario, alle ore 17,30, prevede la predica delle ultime sette parole pronunciate da Gesù e la Morte, il tutto con grande affluenza di popolo devoto.

Alle ore 20,00 l’ultima salita al Calvario per la Deposizione dalla Croce.

Si porta in processione l’Urna vuota del Cristo Morto, una grande croce luminosa con i simboli ed i segni della Passione, le Pie Donne, la Veronica, la Maddalena, i soldati romani, San Giovanni con l’agnello, e un gruppo di giovani vestiti di bianco ed incappucciati, che ricordano la Compagnia dei Bianchi. Dal  Calvario dopo l’ultima predica e la deposizione inizia la processione che si snoda per le vie del paese accompagnata da una marea di persone.

Pasqua-Oltre ai riti della Veglia Pasquale, molto bella è la “ Risuscita”. Dietro l’altare maggiore della Matrice, per antica tradizione, viene collocata una grande trave sulla quale viene posizionata la statua del Cristo Risorto. Co contrappesi equilibrati, a mezzanotte precisa,nel momento del Gloria, viene tolta un’assicella che consente alla statua del Risorto di risalire sulla trave e presentarsi alto all’adorazione dei fedeli, a simboleggiare Cristo che abbandona il Sepolcro e risorge glorioso.

Il mattino di Pasqua partono due corte: uno con la Madonna  e l’altro con il Cristo risorto.

La statua del Cristo si posiziona al centro del Piano Bagnara o “Chianu da Madonna” tra due ali di folla osannante delimitate da due stendardi ammainati in segno di lutto.

Ad un cenno dell’Arciprete i portatori della statua della Madonna  iniziano una corsa verso la statua del Cristo Risorto, durante la quale abbandonano il manto nero, lasciando vedere l’immagine della madonna in atteggiamento di gioia per l’incontro con il figlio non più morto ma risuscitato. Lo sparo dei mortaretti ed il suono delle campane gli stendardi che si innalzano maestosi con i loro drappi e l’applauso dei presenti suggellano un momento straordinario che solo la Pasqua può offrire. “Ncuontru” suggella il momento di felicità e di gioia che la cittadinanza ha aspettato per tutta la settimana.

L’impegno e la costanza di un gruppo di persone aderenti all’Azione Cattolica, e di tante altre persone della comunità che hanno collaborato con abnegazione, ha fatto si che queste meravigliose “tradizioni” non andassero perdute.

   

 

Collesano

 

Le processioni del Venerdì Santo con la Cerca al mattino, e quella dell'Urna col Cristo morto la sera, costituiscono il momento centrale della Settimana Santa di   Collesano. Si tratta di una processione dove religione, tradizione e folklore si ondono ad esaltare il senso del tragico e del patetico, chiave di lettura per una manifestazione che, sorta probabilmente in clima di Controriforma, ancora oggi riesce a mantenere il messaggio di dolore, di espiazione e di redenzione di cui è carica.

La Cerca, denominazione locale della Via Crucis, ha, dunque, connotazione folcloristica. Ne cura la realizzazione, da tempo immemorabile, la Confraternita del SS. Crocifisso. La processione aveva inizio durante la notte del Giovedì Santo con il popolo che insieme alle confraternite “cercavano” il Cristo tenendo in mano delle fiaccole accese. Decisamente uno spettacolo molto suggestivo che la chiesa locale ha da tempo vietato,  trasformando l'originale Cerca in una semplice Via Crucis.

Nella “Cerca” di Collesano, c’è una mirabile sintesi. Con una coreografia semplice ed essenziale, della quale dobbiamo essere grati ai nostri antenati, viene rappresentato il mistero della Passione di Gesù Cristo. Durante la processione il Cristo viene preceduto da numerosi confrati che paludati con sacco e cappuccio, portano gli elementi dell’eucaristia ed altri simboli: la lanterna, il pugnale, una mano, una colonna, l’ecce Homo, una canna, il gallo e la corona di spine. Tutti elementi che ricordano l’arresto ed il processo.

Altri confrati portano tre chiodi, il martello, le tenaglie, i dadi, la scale ecc… che simboleggiano momenti propri della crocifissione e della deposizione, ivi compresa la spartizione delle vesti.

Nel tempo sono state introdotte anche le emozionanti tre cadute, e dei figuranti che rappresentano il gruppo dei discepoli e Maria, dai quali ogni tanto si stacca la Veronica a raccogliere nel suo velo la portentosa immagine di Cristo.

Ma da cosa deriva il termine “Cerca”? e cosa significa? Affidandoci alla tradizione orale, da noi personalmente raccolta anni addietro, fino all’inizio del XX° secolo, la processione incominciava durante la notte del Giovedì Santo e vi partecipava il popolo che “cercava” il Cristo al canto di “Cruci Santa e cruci vera…”

Di tutto questo è rimasto solo il nome “cerca” che conserva, comunque, la sua attualità se lo sottoponiamo ad una lettura rovesciata,  dove non è il popolo che cerca Cristo, ma è Gesù, messaggero dell’amore infinito del Padre che da 2000 anni “cerca” l’uomo di ogni epoca, sempre bisognoso di essere salvato e redento.

   

 

Mezzojuso

(rito Latino)

 

GIOVEDI’ 26 Marzo 2009

Ore 17.30 -  Liturgia Eucaristica per tutte le Sorelle dell’Addolarata

VENERDI’ 27 Marzo 2009

Ore 20,30 – Pio esercizio della Via Crucis per le vie del Paese partenza dalla Parrocchia

VENERDI’ 3 Aprile 2009

Ore 15,00 – Pio esercizio della Via Crucis al Cimitero partenza

dal Santuario Maria SS. dei Miracoli

DOMENICA 5 Aprile 2009

Ore 11,15 – Chiesa del Collegio di Maria

Commemorazione dell’ingresso del Signore a Gerusalemme.

Processione verso la Parrocchia

Ore 11,30 – Liturgia Eucaristica in Parrocchia

Ore 19,00 – Liturgia Eucaristica in Parrocchia

LUNEDI’ 6 Aprile 2009

Ore 16,30 – Confessioni

Ore 17,30 – Liturgia Eucaristica

MARTEDI’ 7 Aprile 2009

Ore 16,30 – Confessioni

Ore 17,30 – Liturgia Eucaristica

MERCOLEDI’ 8 Aprile 2009

Ore 16,30 – Confessioni

Ore 17,30 – Liturgia Eucaristica

GIOVEDI’ SANTO 9 Aprile 2009

Ore 17,00 – Liturgia Eucaristica Vespertina “In Cena Domini” Lavanda dei Piedi

Ore 21,00 – Processione dell’Addolorata

VENERDI’ SANTO 10 Aprile 2009

Ore 16,30 – Celebrazione della Passione del Signore

Deposizione della croce del Cristo morto

Adorazione del Cristo morto

SABATO SANTO 11 Aprile 2009

Ore 23,30 – Veglia Pasquale nella Notte Santa

DOMENICA 12 Aprile 2009

Pasqua di Resurrezione

Ore 11,30 - Liturgia Eucaristica in Parrocchia

Ore 19,00 - Liturgia Eucaristica in Parrocchia

MERCOLEDI’ 15 Aprile 2009

Benedizione delle case (15,00 – 19,00)

GIOVEDI’ 16 Aprile 2009

Benedizione delle case (15,00 – 19,00)

VENERDI’ 17 Aprile 2009

Benedizione delle case (15,00 – 19,00)

 

 

Mezzojuso

Parrocchia S. Nicola di Mira (rito greco Bizantino)

 

Come gli altri paesi che accolsero – cinque secoli fa – numerose famiglie provenienti dalla penisola balcanica, conserva, insieme alla Tradizione della Chiesa romana, usi e costumi e, in particolare, la Tradizione religiosa greco-bizantina propria della Chiesa Orientale. Per cui, partecipare alle loro cerimonie per la Grande e Santa Settimana (così viene chiamata la settimana Santa), è lo stesso che gustarle, nella loro suggestiva fastosità, così come si svolgono nei paesi dell’oriente bizantino; per i Siciliani, poi, è rivivere funzioni e riti che per tanti secoli hanno caratterizzato il Cristianesimo della loro Isola.

Sabato di Lazzaro (4 Aprile)

Il sabato, precedente la domenica delle Palme, si ricorda il prodigioso evento operato da Gesù, della resurrezione di Lazzaro. Oltre la celebrazione liturgica che si svolge in Chiesa, un inno in lingua albanese ricorda tale miracolo.

Domenica delle Palme

Per le vie del Paese, si svolge una processione con la partecipazione di numerosi bambini che, festosi e giulivi, agitano ramoscelli d’ulivo e piccole palme, ornate di nast5ri colorati.

Giovedì Santo

Ore 10,30: Mattutino ed Ufficiatura della Lavanda dell’Altare presso la Chiesa S. Maria di tutte le grazie

Ore 18,00 Vespro e Liturgia di S. Basilio chiesa di S. Nicolò di Mira

Venerdì Santo

Il venerdì Santo viene caratterizzato dalla solennità dell’Ufficiatura che al mattino, inizia con la Crocifissione del Signore. Il pomeriggio prosegue con la deposizione della Croce del Signore che, avvolto in un lenzuolo di lino, viene portato in processione intorno alla Chiesa, uscendo dalla porta laterale e rientrando dalla porta principale, dove i sacerdoti, tenendo alti i lembi del lenzuolo su cui è posto Gesù Cristo, attendono che tutti i fedeli rientrino in Chiesa, passando sotto il corpo. Questo rito sta a simboleggiare il passaggio dalla morte alla vita, dallo stato di peccato alla grazia.

Indi, il corpo di Cristo viene deposto nell’epitaffio e cosparso di profumi, come fece Giuseppe D’Arimatea.

La sera una toccante e solenne processione sfila per le vie cittadine, mentre i cori cantano, in greco, gli elogi (enkomia) e le lamentazioni (trini) che raggiungono punte di alta drammaticità e lirismo.

Pasqua

Alle prime ore della Domenica, un folto gruppo di fedeli, girano per il paese, canta a viva voce, in lingua greca l’inno del Kristòs anèsti (Cristo è risorto) che annunzia la resurrezione del signore. La gente, svegliata dall’allegro e solenne canto, si alza e si reca in chiesa. Ultimato il giro del paese, il clero ed i fedeli si radunano nel nartece della Chiesa, dove hanno inizio le ufficiature

Il celebrante ne percuote le porte al grido “Aprite, o custodi, spalancatene l’ingresso eterno, poiché entrerà il Re della Gloria”. Intreccia, così, un dialogo con le tenebrose potenze del male, simbolicamente rappresentate da una voce voce solitaria proveniente dall’interno della Chiesa, a cui si accompagnano fragorosi rumori: per tre volte egli ne percuote le porte della chiesa che che, alla fine, caduta la resistenza delle potenze occulte, si spalancano, suonano a festa le campane, rimbombano nella notte gli spari dei mortaretti.

L’ufficiatura prosegue in chiesa nella solennità del rito, tra melodiosi canti bizantini ed il profumo degli incensi. Il Vangelo della Liturgia viene cantato in più lingue. Al termine, vengono distribuite a tutti le uova rosse, simbolo della vita, ed i fiori che , il Venerdì Santo, hanno ornato l’Urna con il Cristo Morto.

 

 

 

Piana degli Albanesi

 

Venerdì 27/03/2009

Chiesa di S. Antonio, ore 15:30: rappresentazione della Via Crucis Vivente.

Venerdì 03/04/2009

Cattedrale S. Demetrio, ore 18:30: Divina Liturgia, canto della Resurrezione di Lazzaro;

Ore 21:30: canto della Resurrezione di Lazzaro per le vie del paese.

Sabato 04/04/2009

Cattedrale S. Demetrio, ore 18:30: Vespro delle Palme.

Domenica 05/04/2009

Chiesa di S. Nicola, ore 10:30: Benedizione delle Palme,

Divina Liturgia Ponteficale;

Cattedrale S. Demetrio, ore 18:30: Ufficiatura del Nimfios.

Programma della Settimana Santa

Lunedì 06/04/2009

Cattedrale S. Demetrio, ore 9:00: Divina Liturgia dei Presantificati;

Cattedrale S. Demetrio, ore 18:30: Ufficiatura del Nimfios.

Martedì 07/04/2009

Cattedrale S. Demetrio, ore 9:00: Divina Liturgia dei Presantificati;

Cattedrale S. Demetrio, ore 18:30: Ufficiatura del Nimfios.

Mercoledì 08/04/2009

Cattedrale S. Demetrio, ore 9:00: Divina Liturgia dei Presantificati;

Cattedrale S. Demetrio, ore 18:30: Orthros (mattutino).

Giovedì 09/04/2009

Cattedrale S. Demetrio, ore 10:30: Vespro e ufficio della Lavanda dei piedi;

Cattedrale S. Demetrio, ore 17:30: Akolouthia ton Pathon – ufficio della Passione.

Venerdì 10/04/2009

Cattedrale S. Demetrio, ore 9:30: Grandi e Sante Ore, Vespro della Deposizione;

Cattedrale S. Demetrio, ore 18:00:

Epitafios Thrinos (ufficio delle Lamentazioni. rocessione.

Sabato 11/04/2009

Cattedrale S. Demetrio, ore 10:30: Vespro e Liturgia di S. Basilio – Battesimi;

Cattedrale S. Demetrio, ore 24:00:

Mattutino e Divina Liturgia di S. Giovanni Crisostomo.

Domenica 12/04/2009

Cattedrale S. Demetrio, ore 10:30: Solenne Ponteficale;

Ore 12:00: Sfilata in costume tradizionale, Sorteggio del brezi, distribuzione delle “uova rosse”;

Cattedrale S. Demetrio, ore 18:30: Vespro della Pace;

Auditorium “Portella della Ginestra”, ore 18:30: Concerto Musicale.

 

 

Palazzo Adriano

 

VENERDI DI LAZZARO ( prima della domenica delle  Palme)

ORE  17,00 - Chiesa M.SS. Assunta-Proighiasmena

ORE  21,00 - Chiesa M.SS. Assunta-Piccola compieta e canto di Lazzaro per le vie del paese

DOMENICA DELLE PALME

ORE 10,30 - Chiesa Madonna del Carmelo processione Benedizione

dei ramoscelli d'ulivo                                  

Ore 11,00 - Chiesa S. Maria del Lume S. Messa e passio Benedizione dei rami d'ulivo e delle palme

Ore 11,00 - Chiesa M. SS. Assunta-Divina Liturgia di S. Giovanni Crisostomo

Ore 18,30 - Chiesa M. SS. Assunta-Orthros del Nimfios (Mattutino dello Sposo)   

LUNEDI SANTO

Ore 9,30 - Chiesa M.SS. Assunta -Divina Liturgia dei  Presantificati.

Ore 18,30 - Chiesa M.SS. Assunta Orthros del Nimfios (Mattutino dello Sposo)  

Ore 17,30 - Chiesa S- Maria del Lume - S. Messa 

MARTEDI' SANTO

Ore 9,30 - Chiesa M.SS. Assunta -  Divina Liturgia dei Presantificati.

Ore 18,00 - Chiesa S. Maria del Lume - S. Messa

Ore 17,30 - Chiesa M.SS. Assunta-Orthros del Nimfios (Mattutino dello Sposo)  

MERCOLEDI' SANTO

Ore 9,30 - Chiesa M.SS. Assunta-Divina Liturgia dei  Presantificati.

Ore 10,00 - Chiesa S. Maria del Lume-S. Messa 

ORE  17,30            Chiesa M. SS. Assunta -Ufficiatura  dell’olio Santo per l’unzione dell’ammalato 

GIOVEDI SANTO

Ore 10,00 - Chiesa M. SS. Assunta - Vespro e Divina Liturgia di S. Basilio;

Ore 17,00 - Chiesa M. SS. Assunta -Akolouthia ton Pathòn (Ufficio della Passione)

Ore 19,30 - Chiesa  S. Maria  del Lume- S. Messa "In coena domini"

Lavanda dei piedi Veglia di preghiera

Ore 17,00 - Piazza Umberto I - Sportello Turistico Distribuzione “Firrioculi”

VENERDI SANTO

Ore 09,30 - Chiesa M.SS. Assunta:Recita delle Grandi Ore I e III-VI

Ore 10,00 - visita ai sepolcri

Ore 10,30 - Via Crucis dalla Chiesa M. SS. Assunta al Calvario 

Ore 15,00 - Recita delle Grandi Ore IX, Vespro della deposizione

Ore 15,00 - Chiesa S. Maria del Lume-Adorazione della Croce

Ore 18,30 - Chiesa M. SS. Assunta e Epitafios Thrinos (Mattutino delle lamentazioni)

Ore 20,30 - Chiesa S. Maria del Lume-Via Crucis-Predica delle sette parole,                               processione del Cristo morto-Deposizione dalla Croce

SABATO SANTO

Ore 10,00 - Chiesa M. SS. Assunta-Vespro e Liturgia di S. Basilio con il Canto dei tre fanciulli;

Ore 23,00 - Chiesa S. Maria del Lume - Benedizione del fuoco (I sarmenti) Veglia Pasquale.

Nel rito latino il Sabato Santo, sul sacrato della chiesa, viene benedetto il fuoco dal quale è

acceso il cero pasquale e da cui tutti i fedeli accendono le candele, si entra poi in chiesa

per la celebrazione della Santa Messa di Resurrezione.

Ore 23,30 - Chiesa M. SS. Assunta-Mattutino della Resurrezione,

Ufficiatura de "ARATE PILAS" (APRITI-PORTE)

Il clero ed i fedeli di rito greco bizantino  con candele accese sostano davanti la porta

sbarrata della chiesa simboleggiante la chiusura degli inferi guardati dal demonio.

Aperta la porta, l'interno della chiese si illumina e viene proclamata la Resurrezione di Cristo.

Divina Liturgia di S. Giovanni Crisostomo.

Ore 01,00 - I fedeli di rito greco-bizantino Terminata la funzione religiosa cantano per

le vie del paese il “Christòs–Anesti” ricevendo in dono, dalle famiglie uova, soldi e dolci, che

consumeranno il venerdi  du “Crucifisseddu” cioè il primo venerdi dopo la Pasqua.

Ore O1,00 - I fedeli di rito latino cantano per le vie del paese “l’ Angelo della Gloria”

DOMENICA- PASQUA DI RESURREZIONE

Ore 11,00 - Chiesa  M.SS.Assunta-Solenne Divina Liturgia di S. Giovanni Crisostomo;

Ore 13,00 - Chiesa Maria SS. Assunta-Distribuzione delle uova rosse

Ore 11,30 - Chiesa S. Maria del Lume-Celebrazione Eucaristica

0re 13,30 - Chiesa S. Maria del Lume-Distribuzione colombe pasquali

Ore 18,00 - Chiesa S. Maria del Lume. Celebrazione Eucaristica

Ore 17,00 - P.zza Umberto I-Intrattenimento musicale del Gruppo bandistico “A. Scarlatti”

di Palazzo Adriano e distribuzione dei PUPI CU’ L’OVA

LUNEDI DI PASQUA

(Ti Deftera tis diakenisimù tò Paschà)

Ore 19,00 - Vespri solenni in onore della Madonna delle Grazie

MARTEDI' DI PASQUA

Il martedì dopo la  Pasqua come in tutto l’Oriente Cristiano  viene festeggiata  la Madonna, quale personaggio più vicino alla passione e alla resurrezione di Cristo.

(Ti triti tis diakenisimù tò Paschà)

Ore 09,00 - Chiesa  M.SS. Assunta-Divina Liturgia     

Ore 11,00 - Chiesa M. SS. Assunta-Solenne Pontificale celebrato da S.E. Sotir Ferrara Vescovo

   

 

Petralia Sottana

 

La Processione del Venerdì Santo è un momento toccante di tradizione e devozione popolare, dove il corpo del Cristo morto in un urna di cristallo, è portato in processione scortata da figuranti vestiti da legionari romani, seguito dalla statua della Madonna Addolorata  coperta da un elegante manto nero ricamato e da comparse raffiguranti la Veronica, Maria, la Maddalena e San Giovanni, al suono delle agghiaccianti “truocculi” (battole), Arnesi in legno che riproducono un suono sordo e piatto che vengono suonate al posto delle campane che per il lutto della morte del Cristo vengono legate.

Durante tutto il periodo quaresimale, l’altare maggiore della Chiesa madre è totalmente coperto da un grande e pesante telo “U Tiluni” che viene fatto cadere nella mezzanotte della Pasqua, le campane finalmente vengono sciolte e suonano lungamente a festa.

A mezzogiorno di Pasqua, in un caratteristico punto del paese, preceduto dalla sfilata di tutte le confraternite e congregazioni in costume, si tiene “U ‘Ncuontru”: tra il fragore dei mortaretti e la commozione generale della folla viene rappresentato l’incontro tra la Madre che perde il velo del dolore, e il Figlio risorto.

Dolce tipico delle festività pasquali sono “acieddu ccu l’ova” e “u cannilieri”, dolci di biscotto di varie forme che contengono tra la pasta uova intere di gallina.

GIOVEDI’ SANTO

Sepolcri – Chiesa dei Santi Marco e Biagio (la notte)

VENERDI’ SANTO

Calvario

Processione del Cristo morto (dal tramonto fino a notte)

SABATO SANTO

Chiesa Madre ore 00:00 Caduta di “U Tiluni”

PASQUA

Ore 12:00 “U ‘Ncuontru”

 

 

 

 

 

 

 

San Mauro Castelverde

 

Giorno 5 aprile

ore 10,30 Domenica delle Palme “Ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme” – Benedizione e processione delle Palme (con la collaborazione dell’Associazione Culturale e Musicale l’Eremo)
“..ecco il tuo Re viene a te, mite seduto su un’asina…”- Chiesa di San Giorgio
 

Giorno 9 aprile

ore 21,00 Giovedì Santo “A Cena” Ultima cena - con la partecipazione della confraternita del S.S. Sacramento di San Giorgio, secondo un antico rituale del seicento(con la collaborazione dell’Associazione Culturale e Musicale l’Eremo)
“…..versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli” - Chiesa di San Giorgio
 

 

 

Giorno 10 aprile

ore 7,30 Venerdì Santo Via Crucis- Chiesa di Santa Maria de’Francis 
ore 9,30 “A Visària” – sacra rappresentazione a cura dell’Associazione Culturale e Musicale l’Eremo di San Mauro Castelverde
“…Padre nelle tue anime affido il mio spirito”-Piazza Municipio
ore 15,30 Processione del Cristo morto – liturgia della Santa Croce “A pirdunanza”- Centro storico
ore 20,30 “Donna de Paradiso” di Jacopone da Todi a cura dell’Associazione Culturale e Musicale l’Eremo di San Mauro Castelverde- Chiesa di Santa Maria de Francis
ore 21,00 “A scinnuta d’a Cruci” e la liturgia delle Sette Parole con la collaborazione della confraternita Maria Santissima del Rosario di Santa Maria de Francio- Chiesa di Santa Maria de Francis.
 

Giorno 11 aprile

ore 23,00 Veglia Pasquale- Chiesa di S.Giorgio Martire
Giorno 12 aprile

ore 11,00 Santa Messa di Pasqua- Chiesa di Santa Maria de Francis
 

La Domenica delle Palme
"I panarietri, u cori di panna" sono dei semplici oggetti che ogni bambino fino a qualche anno fa cercava di procurarsi per ab­bellire il personalissimo rametto di palma; rametto che uno zio, un parente, un vicino di casa gli procurava raccogliendolo nelle no­stre campagne.
Quel rametto di palma, rappresenta ancora oggi per ciascun bambino il biglietto di partecipazione alla processione che la Domenica delle Palme si snoda per le vie del paese. Grandi e piccini salutavano e continuano a salutare Gesù che entra trionfante a Gerusalemme. La palma non è solo simbolo di vittoria ,di trionfo; essa difatti rap­presenta l'uomo giusto , il Cristo.
E' questa l'unica pianta che si china offrendo i suoi frutti ver­so il basso,il dattero è in verità uno dei frutti più dolci esistenti in natura; rappresenta la dolcezza dell'amore di Dio, che viene of­ferta da Gesù a chi la desidera. "... Il mio diletto è bianco e vermiglio... i suoi riccioli grap­poli di palma” (Cfr. Cantico dei Cantici 5,10 - 11).

 

Giovedì Santo

A Cena Dodici confrati del S.S. Sacramento, tutti professati, partecipano seguendo una turnazione al cenacolo. Sulla tavola imbandita nell’ab-side della chiesa di San Giorgio sono presenti: il pane, la lattuga, il finocchio, l’agnello pasquale (fatto di biscotto) e i “minnulicchi”. Questi cibi hanno ciascuno una simbologia ed un significato particolare, che nell’insieme rappresentano la morte e la resurrezione di Cri-sto e il risveglio della natura.La Pasqua è strettamente legata alla terra,si celebra infatti in concomitanza del grande risveglio primaverile,caratterizzato da un flusso vitale nuovo,un nuovo ciclo di vita.
Il pane ha una duplice valenza: da una parte ricorda il pane esodiale, pane azzìmo non lievitato. Dall’altra ricorda il pane eucaristico: il Corpo di Cristo.
L'Arancia: rappresenta il frutto migliore della terra nuova. Un frutto gustoso che si lascia "spogliare" e mangiare, (la vita co­me dono).
Finocchio e Lattuga: simboleggiano le erbe amare, le erbe selvatiche in ricordo delle amarezze della schiavitù ebraica in Egitto; segno anche delle amarezze dei vizi e dei peccati.
L'Agnello, esposto sotto forma di biscotto rappresenta l'a­gnello pasquale ebraico in ricordo della schiavitù in Egitto e la li­berazione di un popolo.
“Minnulicchi”, dolci di mandorla di forme varie: romboidali (rappresentano i mattoni d’Egitto), rotonde (simboleggiano l’Eucaristia) e a ferro di cavallo (rappresentano San Giorgio il primo patrono del paese).
Il vino, esposto nelle bottiglie, rappresenta il sangue e il sacrificio di Cristo.
La cerimonia si divide in due parti.
La prima con la lavanda dei piedi e l’unzione, "Gesù...si alzò da tavola, depose le ve­sti e preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto" (Cfr. Giovanni 13, 3 – 5). Lavare i piedi, dunque significa intendere la vita come servi­zio, mentre spezzare il pane vuol dire donarsi; questi sono i com­portamenti di Gesù, che ogni discepolo dovrà imitare.
Se la lavanda dei piedi è mimetica, ossia Gesù invita tutti a imitarlo, l'unzione che segue la lavanda è memoriale. Gesù infatti anticipa al Giovedì ciò che sarà realizzato il Venerdì Santo. "Maria (sorella di Lazzaro) allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse: «Perché quest'olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?». Questo egli disse non perché gl'importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura. " (Giovanni 12, 3 – 7).

Per l’unzione si prepara un decotto ottenuto attraverso un miscuglio di erba bianca, vino, rosmarino, alloro, origano e scorze d’arancia.

La seconda parte della cerimonia prevede la spartizione a ciascun apostolo delle portate esposte sul cenacolo. Nei giorni successivi ciascun apostolo dividerà parte dei cibi benedetti ad amici , parenti e vicini di casa. Questo rito della “Cena” ha origine seicentesca,solo che al posto dei “nevoli” o cialde,fatte di semplice farina e acqua, senza lievito si distribuisce,ora,alla fine della Santa Messa il pane.Quest’anno inoltre sarà distribuito anche l’agnello pasquale e la cerimonia dello svolgimento è ripresa dal rito del ‘600.

 

VENERDI’ SANTO

A Visària

Letteralmente significa via sacra. Da secoli, la mattina del Venerdì Santo, una processione parte dalla chiesa di Santa Maria dei Franchi, e, seguendo le 14 stazioni della via Crucis, raffigurate in maioliche di terracotta, incastonate sui muri di alcuni edifici privati, si avvia da Piazza Municipio per raggiungere, attraverso le strette e tortuose stradine del paese, la matrice arabo-normanna di San Giorgio, nei pressi dei ruderi del castello.
Quest’anno per la sesta volta, la prima risale al 1995, ‘A Visària sarà rappresentata dal gruppo teatrale dell’Associazione Culturale e Musicale l’Eremo di San Mauro Castelverde, aiutato nell’occasione dalla partecipazione attiva e dall’entusiasmo di molte persone esterne all’associazione, per un totale di più di settanta unità.

E’, in occasioni come queste, che la celebrazione liturgica si fonde con la rappresentazione teatrale in un unico percorso di fede. La sacra rappresentazione inizierà nella medievale piazza Municipio e si concluderà tra i ruderi del castello, seguendo il percorso scandito dalle stazioni della Via Crucis secondo le seguenti vie: Umberto, Serra, Carlo Alberto, A. Spallina, Piano San Giorgio, Castello.Nella piazza medievale si svolgeranno: l’ultima Cena, la scena dell’Orto del Getsémani e dell’apparizione dell’Angelo a Gesù, nella piazzola del terzo ordine dei gradini; quella del Sinedrio, nei pressi del campanile della chiesa di Santa Maria, quella del Pretorio Romano e quella dell’incontro tra Gesù e Giuda nella piazzetta antistante la chiesa. In questo modo, grazie anche al popolo di Galilea che sarà errante per tutta la piazza, il pubblico oltre a spostarsi fisicamente per ogni scena, sarà coinvolto pirandellianamente e simbolicamente in prima persona. Dopo la condanna a morte di Gesù, il corteo, guidato da soldati romani a cavallo (equites), si incammina per raggiungere il Golgota. Durante il percorso si svolgono le scene, nell’ordine: della Prima caduta di Gesù, dell’incontro straziante con la Madre, quello con il Cireneo, che aiuterà a portare la croce a Gesù, quello con la Veronica, che pulirà il volto insanguinato di Cristo con un velo, quella della Seconda caduta, quella con le Pie Donne e, infine, quella della Terza caduta. Il resto delle scene della rappresentazione religiosa, dalla Crocifissione alla Deposizione nel sepolcro, si svolgeranno nei pressi dei ruderi del castello che, per la sua conformazione naturale e per il panorama che offre, lascia il visitatore senza fiato avvol-gendolo nella sua aura di sacralità. Il tutto si concluderà in un’atmosfera onirica in cui ogni protagonisti, come manichino, mosso da una volontà divina, si disporrà attorno alla croce di Cristo per partecipare al saluto finale, che la Resurrezione dell’uomo-Dio sancirà come atto conclusivo di un percorso di vita che si rinnova continuamente.
I costumi dei protagonisti sono stati realizzati utilizzando diverse stoffe: lana, cotone, misto lana, fustagno, raso e lino. Per le armature e gli elmi dei soldati romani sono stati usati materiali vari quali: rame, cuoio, piume di boa, ossidante (fegato di zolfo), silicone, ravetti di varia grandezza, cordami e fili di ferro. Mentre lance e spade sono venute fuori dalla lavorazione del legno e i foderi delle spade dall’utilizzazione della pelle; come, pure, i gambali, i bracciali e i calzari dei soldati romani. Particolare attenzione è stata rivolta alla costruzione di armi e accessori quali gladium, pilum e aquila imperiale, caligae. Per quanto riguarda la scenografia, il monumentale Tempio Romano con capitelli e frontone e il Sinedrio sono stati utilizzati pannelli e materiale vario, mentre per le croci si è adoperato legno e ferro.

 

La processione del Cristo morto

E' la processione più lunga del nostro borgo medievale. Gesù è trasportato in una lettiga (cataliettu) dai confrati in­cappucciati della Confraternita del S.S. Sacramento, fino alla chie­sa di Santa Sofia ('U Munti, Monte di Pietà) dove si incontra con la Madonna: questa statua è trasportata dalla congre­gazione del S.S. Rosario della chiesa parrocchiale di Santa Maria. La processione pro­segue quindi per raggiun­gere la matrice San Giorgio dove i confrati ed i fedeli in genere fanno a pirdunanza, (adorazione della Croce) inginoc­chiandosi di tanto in tan­to lungo la navata centra­le della chiesa e batten­dosi il corpo con una spe­cie di flagello. Da questa chiesa la processione si snoda per le vie del paese toccando ogni quartiere. Un elemento tradizionale della processione è “U laurietru”. A metà quaresima (G. Pitrè, Feste Popolari Siciliane) si preparano dei piatti, o cioto­le con della stoppa o canapa, chicchi di grano, lenticchie, scaglio­la e acqua. Questi piatti vengono riposti al buio per poter far germogliare i semi.
I germogli presentano all'inizio un colore giallognolo, ma il Venerdì Santo, durante la processione, trasportati dai bambini, so­no rigogliosi e verdi, abbelliti da nastrini di vari colori. E' evidente la derivazione pre-cristiana dei "laurietri"; il ter­mine "lauri" indica infatti il campo di grano appena in erba ed i cosiddetti "giardini di Adone" (piatti di orzo, lattuga o finocchio, fatti germogliare al buio in onore del Dio Adone amato da Afrodite) sono il precedente più immediato dei "laurietri". Nella simbologia cristiana rappresentano la morte e resurre­zione di Gesù. "...se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto." (Cfr. Gv 12,24). "I laurietri" rappresentano magnificamente il concetto di morte e rinascita.

 

A scinnuta d’a Cruci

Il Venerdì Santo si conclude nella chiesa di Santa Maria de Francis la sera con " A scinnuta d’a Cruci" (la discesa dalla Croce). Gesù (in materiale di carta pesta) viene deposto dalla Croce ed accompagnato, in un urna di vetro, nel Sepolcro sottostante la chiesa.Nella chiesa di Santa Maria de Francis i fedeli trovano il loro momento di profonda partecipazione e pre­ghiera con la caratteristica visita ai sepolcri, entrando ed uscendo dalle due aperture laterali della porta centrale per guadagnare le in­dulgenze plenarie.

 

 

 

SABATO SANTO

II rituale della Settimana Santa continua infine il sabato notte con la Solenne Veglia Pasquale, dove la benedizione del fuoco (trionfo della luce sulle tenebre, del calore sul freddo, della vita sulla morte…è simbolo del sacrificio di Cristo e del potere santificante di Dio, che prende possesso dell'altare e di ciò che su di esso sarà celebrato), del cero pasquale (segno del Cristo risorto luce vera del modo che illumina ogni uomo; è la luce della vita che impedisce di camminare nelle tenebre, è il segno della vita nuova in Cristo che, strappandoci dalle tenebre, ci ha trasferito con i santi nel regno della luce; Cristo brillò su di noi che eravamo tenebre, ma ora siamo luce nel Signore (Ef 5,14). è il segno che ci permette di vivere come figli della luce (Ef 5,8), di rigettare le opere delle tenebre (Rm 13,12), di restare in comunione con Dio (1 Gv 1,5), di conservare l'amore con i fratelli (1 Gv 2,8 - 11), è anche segno di fedeltà a Dio e vigilanza nella preghiera e nell'attesa), del fonte bat­tesimale (l’acqua assume il significato del lavacro che purifica; segno di Cristo, acqua viva che spegne ogni sete e simbolo di vita e di morte). Come Gesù con i discepoli di Emmaus, anche i fedeli sono chiamati ad annunciare il Kerigma contro l'antievangelo dei discepoli disperati, purificandoli con il fuoco del sacrificio di Cristo, illuminandoli con la luce della sua Risurrezione, immergendoli in Cristo, acqua che zampilla per la vita eterna, e sostenendoli nella fede del Signore Risorto che rimane con noi fino alla fine dei tempi.

 

 

Terrasini

 

 

5 aprile - Domenica delle Palme

Sfilata per le vie del paese degli schietti categ.

Pulcini gara alzata dell’albero presso Villa a mare

11 aprile - Taglio dell’albero in C/da agliadrone

Addobbo e mangiata presso spiazzo antistante

Scuola media in Via T. Consiglio sfilata carretti

siciliani, sfilata cavalli e cavalieri in costume

12 aprile - Benedizione dell’albero in Piazza duomo

giro dell’albero per le vie del paese gara dell’alzata

dell’albero in piazza duomo

spettacolo in piazza duomo

13 aprile - esposizione carretti siciliani

in piazza duomo

esibizione dell’alzata dell’albero in piazza duomo

spettacolo musicale  piazza duomo

 

 

 

 

Valledolmo

 

Martuariu è il risultato di una ricerca  di”Lamenti” e di“Passio”, non solo della tradizione Valledolmese e Siciliana, ma anche di quella Campana: tutto nasce, infatti, dall’esigenza di rievocare il rito del” Sacrificio” attraverso sonorità e gesti”desueti”, sperimentando il gusto e il senso popolare della parola, la commozione e lo strazio di un sud che, per la sua storia, ha dovuto imparare a raccontare.

Martuariu rievocherà anche la contrapposizione di due mondi: quello materno e viscerale, e quello politico maschile; Maria, Giovanni e “li Fimmini” partono alla ricerca di Gesù, esplorando le strade del centro storico nella loro nudità, accompagnate e confortate da un coro di lamentatori (di Montedoro).

Avvisteranno finalmente la “Chiurma di li Giudei”con Gesù, vocianti e strombazzanti, diretti da Pilato; iniziano così una rincorsa affannosa, nel tentativo di anticiparli, di fermarli di salvarli: li incroceranno per pochi attimi, testa a testa, intonando un pianto straziante. Giunti “a la casa di Pilatu”, i sommi sacerdoti, racconteranno il processo e la flagellazione.

A questo punto i due cortei, uniti, si avvieranno verso il Calvario per consumare il sacrificio finale, terribile e necessario.

Saranno una settantina gli interpreti di questa passione, cantanti, attori, musicisti, quasi tutti non professionisti, ognuno con il proprio linguaggio e la propria sensibilità, per rievocare e rivivere una storia di dolore e di martirio, la storia eterna dell’amore di Dio verso l’uomo, figlio suo e suo carnefice.

 

 

Alia

 

§ 

Domenica delle Palme:

processione dei fedeli fino alle chiese per la benedizione delle

palme e celebrazione della Santa Messa.

Giovedì Santo

ore 17.00 ca.: Messa in Coena Domini, dopo la celebrazione come da

tradizione si procede alla “Lavanda dei piedi” dei confrati delle rispettive confraternite.

Venerdì Santo:

di mattina, si svolge il rito della visita ai Sepolcri, dove vengono imbandite le tavolate con i cosiddetti “Picureddi”. I confrati, al suono dei tamburi in segno di lutto, sfilano in processione facendo i “Viaggi” da una parrocchia all’altra;

di pomeriggio ore 18.00, processione per le vie del paese con la Vara del Cristo Morto e dell’Addolorata fino a raggiungere il Calvario, dove i fedeli si radunano per assistere alla Santa predica presieduta dal parroco e al termine della quale si accompagnano il Cristo e l’Addolorata nel Santuario Maria Santissima delle Grazie.

Sabato ore 22.00 ca.: Santa Messa di Resurrezione, durante la celebrazione si procede alla benedizione dell’acqua e del cero pasquale, al Gloria della Resurrezione avviene la “Sciugghiuta di li campani”.

 

 

Gangi

 

 

La Storia

I Cretesi, intorno al 1200 A.C., fondarono la città di Engyon, edificandovi un tempio dedicato alle Dee Madri. Questo, diventato famoso,  si arricchì di tesori: dell’asta ed dei cimieri di Merione, nipote di Minosse, e delle armi di Ulisse ( Plutarco, Vite Parallele ); e poi delle corazze e degli scudi di Scipione l’Africano. Governatore Verre, il tempio venne spogliato dei suoi tesori, e questo episodio è ricordato da Cicerone nelle sue "Verrine", dove, parlando degli abitanti di Engium, nome latino di Engyon, li definisce “Engini fortes honestique viri”. La Storia, quindi, attraverso i documenti, ci indica che nel 1195 Gangi  apparteneva alla contea di Geraci, e che dalla metà del XIII secolo e fino al 1625, apparterrà ai Ventimiglia. Alla loro dominazione  risale la definizione del Castello e la realizzazione della Torre quadrata, oggi nota come Torre dei Ventimiglia. All’inizio del XVI secolo Gangi contava una popolazione di circa 3200 abitanti. Il Cinquecento ed il Seicento sono periodi di grande evoluzione sul piano sociale e culturale (è il periodo dello “Zoppo di Gangi”). Gangi passa, intanto, nel 1625 dalla signoria dei Ventimiglia a quella dei Graffeo, e, quindi, nel 1677 ai Valguarnera. Il Settecento, caratterizzato dalla presenza di numerose Accademie di letterati, tra le quali “L'Accademia degli Industriosi” (1758), e di numerosi altri  artisti, come il Quattrocchi (“Gangitanus sculptor”), costituisce uno dei momenti culturalmente più importanti della Storia di Gangi. Nello stesso secolo si costruiscono alcuni Palazzi nobiliari e tra questi Palazzo Bongiorno (affrescato dal romano Fumagalli), ed in seguito i palazzi Sgadari e Mocciaro. Agli inizi dell’800 gli abitanti erano 9500, più di adesso. Il resto è storia moderna: l’Unità d’Italia, il lento decadere dell’aristocrazia e dei loro feudi, il Fascismo, il Prefetto Mori, l'assedio di Gangi dell'1 Gennaio 1926, l’arrivo degli Americani, ecc..

 

Domenica delle Palme

Profondamente radicata nella tradizione popolare religiosa, la Domenica delle Palme, a Gangi, segna l’inizio delle celebrazioni della Settimana Santa. Una delle sue caratteristiche è l’immutata ripetitività di antichi gesti, di cui sono protagoniste le Confraternite del luogo. Queste, verso le ore 7.00 della mattina  della domenica prima di Pasqua, si danno appuntamento nella chiesa della Confraternita di turno (scelta, fin dall'antichità, in base ad un sorteggio che prevede un rigido ordine ciclico, quest'anno la Chiesa di Santa Maria) dove si procederà alla spartizione delle palme (assegnate con estrazione a sorte) e quindi all’allestimento delle Grandi Palme da portare in processione, addobbate con fiori, rami di datteri e simboli sacri realizzati artigianalmente, utilizzando le stesse palme.

Contemporaneamente si assiste alla vestizione dei confrati: alcuni con una tunica bianca coperta da un mantello (che ha un colore diverso per ogni singola confraternita); altri con il classico "abitino"; mentre i "tamburinara" indossano le preziose "Rubriche", antichi abiti settecenteschi ricamati a mano con l’utilizzo di oro e argento.

Finiti i preparativi, verso le ore 9.30 parte la processione, che si snoda secondo un rigido protocollo: in testa la confraternita più giovane (quella di San Giuseppe dei Poveri), per ultima la più antica (quella del SS. Salvatore). Dietro ogni Grande Palma, portata a spalla, sfilano i confratelli preceduti dai "tamburinara", che annunciano l'arrivo della processione. Il tragitto per le vie del paese vede come prima tappa la Chiesa Madre, dove le Grandi Palme  vengono benedette, dopo di che la processione riparte per raggiungere una ad una le altre chiese del Paese. La processione si conclude a mezzogiorno nuovamente nella Chiesa Madre, dove, prima di assistere alla Santa Messa, i "tamburinara" danno luogo ad una spettacolare esibizione ritmica, mentre si assiste al suggestivo ingresso delle Grandi Palme alla Chiesa Madre, attraverso gli archi di accesso della maestosa Torre dei Ventimiglia.

 

 

CAMPOFELICE DI FITALIA

 

GIOVEDI 09.04.09

Ore 17.30 S.Messa in Cena Domini con lavanda dei piedi degli apostoli

dopo la Messa : inizia l’Adorazione Eucaristica fino alle 23.30

VENERDI’ - 10.04.09

Ore 09.00 Ufficio delle letture più lodi

13.00 Ora Media

17.00 Adorazione della Croce

20.00 Processione per le vie del paese

SABATO 11.04.09

Ore 22.30 Veglia Pasquale

DOMENICA 12.04.09

Ore 11.00 S. Messa

12.00 sparo di mortaretti

LUNEDI' 13.04.09

Ore 09.00 S.Messa

 

 

Torretta

 

I riti della Settimana Santa a Torretta, così come si svolgono, sono il frutto di una tradizione secolare e rappresentano, dal punto di vista religioso e popolare, la vita della Cittadina che rivive il triduo pasquale in tutta la sua drammaticità.erasmo.bmp

Il primo appuntamento, seguendo i testi liturgici della Chiesa, è fissato nel giorno della Domenica delle Palme, quando si commemora l’ingresso trionfale di Gesù in Gerusalemme accolto come Messia Salvatore.

I fedeli si radunano nella piazza antistante la Chiesa di S. Maria Maggiore portando rami di ulivo e di palma. Tutto il popolo, le confraternite locali, con indosso gli abiti tradizionali, fanno da corona all’Arciprete Parroco Don T. D’Amico, che, dopo la lettura del Vangelo, evidenzia la regalità di Gesù  e sottolinea un paradosso: solo la folla dei discepoli scorta il suo re.

Dopo la benedizione dei ramoscelli di ulivo, il corteo si avvia processionalmente al Santuario delle Grazie per la celebrazione solenne dell’Eucarestia.chiesa.bmpIl popolo di Torretta, in maniera ordinata e le confraternite, con i loro stendardi e gonfaloni partecipano in devoto silenzio al solenne rito, durante il quale viene proclamato il racconto della Passione del Signore in maniera dialogata.

Si entra, quindi, nel pieno clima spirituale dei giorni della Passione del Signore con i preparativi per il Giovedì Santo nel quale si commemora, con la partecipazione di tutta la Comunità locale, l’ultima Cena del Signore.

Toccanti sono i momenti in cui si rievocano l’istituzione dell’Eucarestia e del Sacerdozio e la lavanda dei piedi.apostoli.bmp

Quest’ultimo rito viene rappresentato da dodici uomini vestiti in costume palestinese d’epoca. Attorno ad una mensa imbandita, il celebrante, (mentre il coro intona l’inno “Dov’è carità e amore lì c’è Dio”) assistito da sei giovinette, procede alla lavanda dei piedi ai dodici e li bacia.

Il rito della Messa procede fino alla Comunione, quando l’Assemblea cristiana viene preparata ad accompagnare Gesù Eucaristico all’altare della Reposizione, preparato per l’occasione con abbondanza di fiori profumati, donati dai Fedeli. Attorno al predetto altare vengono realizzate delle infiorate che rappresentano Cristo Sacerdote eterno.

A conclusione di questa celebrazione, vengono consegnate, a due ragazzi del paese, le  Chiavi del Tabernacolo a significare che l’Eucarestia, dono straordinario di Cristo, appartiene al popolo di Dio e che la Chiesa vive, si nutre e si costruisce con l’Eucarestia.

In questo giorno ed in quello seguente le confraternite delle SS. Crocifisso e del SS. Sacramento di antichissima tradizione (quest’ultima pensate è stata fondata 178 anni fa) ed i Fedeli visitano le famiglie dove sono custodite le chiavi dei cosiddetti (impropriamente) “Sepolcri”, fino a quando il giorno del Venerdì Santo viene proclamato il racconto della Passione del Signore.

In questo giorno ed in quello seguente, la Chiesa, per tradizione, non celebra l’Eucarestia. I fedeli commemorano insieme i due aspetti del Mistero della Croce: la sofferenza che precede la gioia della Pasqua, l’umiliazione e la gioia di Gesù da cui sorge la glorificazione.

Il patos che viene raggiunto con i canti tradizionali in dialetto, fatto da alcune persone anziane, produce nel cuore dei fedeli un’emozione straordinaria, mentre viene preparata la Processione del Cristo Morto nell’Urna addobbata e illuminata e della Vergine Madre Addolorata, Statua di grande pregio artistico risalente al Seicento, donata dalla Famiglia Tomasi di Lampedusa alla Parrocchia. apostoli.bmp

L’Addolorata è avvolta in un mantello nero e viene portata a spalla così come l’Urna del Cristo Morto dai Confrati vestiti con un appannaggio bianco che nasconde anche il volto. Gli “incappucciati” sono quelli che rappresentano i Giudei che hanno condotto Gesù al Calvario per la Crocifissione, ma sono anche coloro che, in penitenza, rappresentano la Comunità in lutto e nel dolore. Durante la Processione i giovani e i ragazzi sono impegnati nella mettere in atto, con toccante coreografia, i quadri plastici della via Crucis.

Tali suggestivi riti consentono, a chi vi partecipa, di rivivere in una intersecarsi di storia, tradizioni popolari e riti religiosi, la passione di Cristo e offrono la possibilità  di poter sentire, da vicino, nella semplicità e solennità allo stesso tempo, una religiosità carica di intensa spiritualità. Al visitatore che vi partecipa per la prima volta, si offre un spettacolo di straordinaria e meravigliosa bellezza. Anche il paese offre la possibilità di poter godere tutti gli aspetti fondamentali dell’evento pasquale.

Nella Processione del Venerdì Santo, momento fortemente commovente è l’incontro che viene rappresentato tra Gesù e la Madre, mentre la Banda Musicale intona la Marcia Funebre di Chopin.erasmo.bmpConclusa la processione e la via Crucis e rientrata l’Urna alla Chiesa del SS. Sacramento e l’Addolorata nella Chiesa di S. Maria Maggiore, si apre il tempo dell’attesa della Risurrezione del Signore e nella notte del Sabato viene celebrata la madre di tutte le veglie: la veglia Pasquale. Un falò viene acceso davanti al Santuario delle Grazie: Cristo Luce del Mondo vince le tenebre. Il cero pasquale è il simbolo del Cristo luce che sorge dalle tenebre.

Il fuoco nuovo e la luce sono simboli per indicare che Cristo ha vinto le tenebre del Male e con la sua Resurrezione ha ridato nuova speranza al mondo. La letture della Veglia pasquale ci dicono che la Storia della Salvezza è storia d’amore. Nella notte viene benedetta l’acqua battesimale e l’acqua lustrale. A mezzanotte con il canto del Gloria e con quello dell’Alleluja viene annunciata la Resurrezione di Cristo.

La Domenica di Pasqua, dopo la S. Messa, il ritorno a casa dei fedeli, (preceduto dallo scambio di auguri con tutti coloro che si incontrano per strada) è caratterizzato da un’altra tradizione secolare: la degustazione del “Pupo con l’Uovo” (dolce tipico contenente all’interno un uovo sodo) che è riuscito a sopravvivere, malgrado la globalizzazione, all’invadenza dell’uovo di cioccolato.

Non è solo la bellezza della processione che si snoda per le strade di Torretta a suscitare attesa tra fedeli e turisti. Il cristo sulla Croce, la Madonna addolorata, i quadri viventi realizzati lungo il percorso, il coinvolgimento delle confraternite, suscitano realmente quella tristezza e quello strazio che  è non facile percepire in altre analoghe rappresentazioni.

La cornice di pubblico che, ogni anno affolla il percorso, contribuisce a creare un’atmosfera surreale che rendono i riti della Settimana Santa di Torretta  tra i più suggestivi della Provincia.

 

Roccapalumba

 

Inizia con la Domenica delle Palme, davanti la Chiesa di Santa Rosalia avviene la benedizione delle palme e degli ulivi; nel tardo pomeriggio della stessa giornata viene messa in scena la Via Crucis vivente, la sacra rappresentazione rivive gli ultimi avvenimenti della vita terrena di Gesù Cristo, culminando con la sua suggestiva crocifissione e resurrezione. Il mercoledì pomeriggio presso l’abitazione del Superiore della Confraternita del SS. Sacramento viene allestita l’Ultima Cena; giovedì pomeriggio nella Chiesa Madre viene revocata l’Ultima Cena e la lavanda dei piedi. La sera dopo le “Sette Prediche”, ha luogo in tarda serata la processione dell’ottocentesco simulacro della Madonna Addolorata; venerdìalle prime luci dell’alba, i fedeli si recano in chiesa per l’adorazione della statua di Gesù flagellato posto ai piedi dell’altare maggiore; segue la processione del simulacro dell’Addolorata; nel pomeriggio la processione dell’urna del Cristo viene portato al Calvario per la crocifissione; successivamente i simulacri di San Giovanni e della Madonna  vengono portati ai piedi della Croce; in tarda serata i simulacri vengono condotti in processione da una moltitudine di fedeli; Domenica di Pasqua nelle ore pomeridiane ha luogo “U ‘ncuontru” l’incontro della Madonna e San Giovanni con il Cristo Risorto e l’Arcangelo Michele.

 

 

Polizzi Generosa

 

 

Venerdì 10 Aprile ore 21.00

P.zza Medici Chiesa Badia Nuova

Processione del Venerdì Santo “Passione del Signore”

 

Sabato 11 Aprile ore 16.30

“PASSIO DOMINI”

Piazza S.S. Trinità – Ultima cena.

Chiesa S. Pancrazio – Orto degli Ulivi.

P.zza Carpinello – Il Sinedrio.

Piazza Gramsci – Incontro con Pilato.

Via Roma – Incontro con Maria, la Veronica e Piedone.

P.zza Castello – Crocifissione.

 

   
 

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